lunedì 13 agosto
2012 – SPORT –
Pagina 37
«In
ricordo di Renato
Misturini, un
esempio»

Riceviamo e
pubblichiamo una
lettera molto bella,
scritta dagli amici
della società
Giambenini, da anni
impegnata nel mondo
dello sport dei
disabili.
"E´ morto Renato
Misturini, il mondo
dello sport è un pò
più povero, più
vuoto, per gli amici
che hanno condiviso
con lui magari solo
un pò di tempo.
Nella sua vita ha
fatto cose che la
maggior parte di noi
“normali” nemmeno
può immaginare,
quindi grazie per
quello che ci hai
lasciato; il tuo
esempio ha stimolato
tutti noi che ti
abbiamo conosciuto,
ma stimolato a far
cosa? Ma a vivere al
massimo delle
proprie capacità, ad
accettare le sfide
della vita, a
combattere e anche a
vincere nello sport,
con lealtà, perchè
una volta terminata
la competizione
nella vita
sociale-lavorativa
troppo spesso per
arrivare davanti,
per primeggiare
calpestiamo qualcun
altro. Non sempre
chi arriva primo è
il migliore e se
siamo più forti,
perchè non
allunghiamo la mano
e accompagniamo chi
lo è di meno? Queste
considerazioni
guardano al recente
avvenimento accaduto
nella nostra città,
una tappa del Giro
d´Italia per
ciclisti disabili,
celebrato su queste
pagine con grande
enfasi. L´atmosfera
era particolarmente
calda quel giorno,
domenica 29 luglio.
Una vera, dura
competizione con
l´agonismo,
l´adrenalina a
mille, la fotocopia
quasi esatta
dell´atmosfera del
Giro. Anche questi
atleti, questi
uomini, avranno una
parte nella storia
di Verona, che ama
il ciclismo, e se
proprio vogliamo
trovare una
differenza tra
disabili e
normodotati, questa
c´è nel dopo gara.
Finita ogni rivalità
resta l´amicizia di
compagni che
condividono la
passione per questo
grande sport, fatto
per il piacere di
farlo, niente altri
interessi che
inquinano l´agonismo
sportivo e la vita
in generale. Magari
questa è la strada
più giusta per stare
meglio, non solo
come gratificazione
personale ma una
filosofia di vita
che se applicata a
tutti gli aspetti
della società ne
farebbero un posto
migliore. Una
società un pò meno
competitiva, meno
frettolosa, meno
avida di cose e
denaro, che guarda
l´altro non come
usurpatore del
nostro spazio ma
come occasione di
conoscenza, uomini
che condividono lo
stesso tempo su
questa terra, in
questa città, e che
potrebbero vivere
meglio senza il
desiderio di
costruire muri di
indifferenza che ci
danno l´illusione
solo di sentirci al
di fuori, estranei
dalla vita degli
altri. Ecco, per
questo, grazie
Renato, che hai
condiviso le tue
emozioni, i tuoi
pensieri, con noi"