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L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Mercoledì 17 Novembre 2004

MARATONA. Grande impresa della disabile veronese, che si è classificata al primo posto nella competizione più importante al mondo
Calimero, da New York con l’alloro
E a Pescantina nasce il Gsc Giambenini per far conoscere di più l’handybike

di Renzo Puliero
Era andata con l’obiettivo di migliorare se stessa. Ma è andata oltre ed ha vinto.Graziella Calimero mostra con giustificato orgoglio l’alloro della Maratona di New York. L’aveva conclusa in 2.52’ nel 2002 e in 2.31’ l’anno scorso. Si è migliorata ancora con 2.20’, tempo che è valso il primo posto nella sua categoria, la B (paraplegici, lesioni sotto cervicale) ed il quarto assoluto tra i disabili (A: tetraplegici e C, amputati, lesionati midollari bassi, poliomielitici e focomelici, le altre categorie). Eppure Graziella ammette: «Avrei potuto fare ancora meglio, ma ho commesso un errore nel tratto finale: mi sono impappinata con il cambio. Avrei potuto chiudere in 2.15’. Ma è stata un’altra bellissima esperienza. Quella di New York è la maratona più dura e più bella, su strade dissestate, sostenuta da un’organizzazione eccezionale. A me non interessava il primo o secondo posto, ma mettermi alla prova».
La Calimero si era preparata bene nei tre mesi precedenti, andando a concludere al secondo posto (categoria unica) la maratona di Berlino («in 2.07’ con vento e pioggia») ed a vincere la graduatoria assoluta della maratona di Verona in 2.13’ e della Mille metri del Corso a Mestre (in 2’03"). Sono tutte prestazione che aumentano «il rimpianto per non aver partecipato alle ParaOlimpiadi di Atene, dove l’handybike è stata inserita per la prima volta». «Credo - dice Graziella - che io e Daniela Rota, una ragazza di Bergamo, categoria C, un vero "siluro", seconda a New York l’anno scorso, avremmo avuto le carte in regola per ben figurare».
Ed è anche per favorire una maggiore conoscenza e diffusione dell’handybike che è stato formato il GSC-Gruppo sportivo ciclistico Piergiorgio Giambenini di Pescantina. Oltre a Graziella Calimero (vicepresidente, che non dimentica «riconoscenza nei confronti della polisportiva Galm, dove abbiamo potuto cominciare la nostra attività»), ne fanno parte Marina Perlato, Andrea Conti, Graziano Buffo e Dario Bignotti, tutti in gara a New York e membri del direttivo assieme a Loredano Scolari, Franco Chierego (medico sociale), Gino (direttore sportivo), i fratelli Gianni e Giorgio Madinelli (costruttori di telai e meccanici che stanno progettando un telaio di handybike non superiore ai 10-13 chili). «Il gruppo - precisa il presidente Piergiorgio Giambenini - è stato costituito da poco più di un mese. L’obiettivo è cercare di andare al passo con gli altri paesi europei. In Italia, per l’handybike, siamo all’età della... pietra. Bisogna, invece, accompagnare questi atleti dal momento dell’incidente in poi, e rendere questo sport sempre più a livello professionistico. Puntiamo ad una adeguata preparazione atletica e, per questo, siamo in contatto con l’istituto Don Calabria: gli atleti lavoreranno in palestra ed in piscina per il potenziamento della parte superiore. E li seguiamo dal punto di vista medico». Il gruppo sportivo, che sarà presentato ufficialmente nel prossimo gennaio con la consegna al sindaco Zanotto della prima maglia, non nasconde «programmi ambiziosi». «Il sogno nel cassetto - conferma Giambenini - è organizzare il campionato del mondo di handybike a Verona. Ne abbiamo già parlato con l’amministrazione comunale. Si tratta di un lungo percorso da affrontare perchè questo sogno si concretizzi. Ma vogliamo anche organizzare, probabilmente nel giugno del prossimo anno, una gara particolare a Pescantina: una staffetta tra venti atleti in handybike e venti professionisti del ciclismo. Pietro Caucchioli ci sta dando una grossa mano per questo e anche per trovare gli sponsor. Pietro è un nostro testimonial ed ha dimostrato squisita sensibilità nei nostri confronti». In palio ci sarà il 1° Trofeo Pietro Giambenini. In programma, inoltre, vi è l’organizzazione di serate, al teatro comunale di Pescantina, «per informare la gente sull’handybike, spiegare come si corre, le diverse categorie ed i problemi della persona handicappata». Graziella Calimero fa presente: «Gli acciacchi sono tanti, ma quando sei fuori, con la tua "bicicletta", immersa nella natura e senti il vento che ti accarezza, è tutta una poesia, una vita che ritorna, là dove vanno tutti. E dove lo sport unifica».

 

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